Legge 17 agosto 1942, n. 1150 (G.U. 16 ottobre 1942, n. 244) L.U.N.

TESTO STORICO

 

INDICE

TITOLO I – ORDINAMENTO STATALE DEI SERVIZI URBANISTICI

Art. 1 – Disciplina dell’attività urbanistica e suoi scopi

Art. 2 – Competenza consultiva del Consiglio superiore dei lavori pubblici

Art. 3 – Istituzione delle Sezioni urbanistiche compartimentali

TITOLO II – DISCIPLINA URBANISTICA

CAPO I – MODI DI ATTUAZIONE

Art. 4 – Piani regolatori e norme sull’attività costruttiva

CAPO II – PIANI TERRITORIALI DI COORDINAMENTO

Art. 5 – Formazione ed approvazione dei piani territoriali di coordinamento

Art. 6 – Durata ed effetti dei piani territoriali di coordinamento

CAPO III – PIANI REGOLATORI COMUNALI

SEZIONE I – Piani regolatori generali

Art. 7 – Contenuto del piano generale   5

Art. 8 – Formazione del piano regolatore generale          5

Art. 9 – Pubblicazione del progetto del piano generale. Osservazioni

Art. 10 – Approvazione del piano generale

Art. 11 – Durata ed effetti del piano generale

Art. 12 – Piani regolatori generali intercomunali

SEZIONE II – Piani regolatori particolareggiati

Art. 13 – Contenuto dei piani particolareggiati

Art. 14 – Compilazione dei piani particolareggiati

Art. 15 – Pubblicazione dei piani particolareggiati. Opposizioni

Art. 16 – Approvazione dei piani particolareggiati

Art. 17 – Validità dei piani particolareggiati           8

SEZIONE III – Norme per l’attuazione dei piani regolatori comunali          8

Art. 18 – Espropriabilità delle aree urbane           8

Art. 19 – Diritto di prelazione degli ex proprietari sulle aree urbane espropriate               9

Art. 20 – Sistemazioni edilizie a carico dei privati. Procedura coattiva      9

Art. 21 – Attribuzione ai privati di aree già pubbliche       9

Art. 22 – Rettifica di confini

Art. 23 – Comparti edificatori

Art. 24 – Aree private destinate alla formazione di vie e piazze  10

Art. 25 – Vincolo su aree sistemate a giardini privati        11

Art. 26 – Sospensione o demolizione di opere difformi dal piano regolatore       11

Art. 27 – Annullamento di autorizzazioni comunali           11

Art. 28 – Lottizzazione di aree    11

Art. 29 – Conformità delle costruzioni statali alle prescrizioni del piano regolatore comunale      11

Art. 30 – Approvazione del piano finanziario       12

CAPO IV – NORME REGOLATRICI DELL’ATTIVITÀ COSTRUTTIVA EDILIZIA               12

Art. 31 – Licenza edilizia – Responsabilità comune del committente e dell’assuntore dei lavori   12

Art. 32 – Attribuzione del Podestà per la vigilanza sulle costruzioni          12

Art. 33 – Contenuto dei regolamenti edilizi comunali      12

Art. 34 – Programma di fabbricazione per i Comuni sprovvisti di piano regolatore            13

Art. 35 – Termine per uniformare i regolamenti edilizi comunali alle norme della presente legge             13

Art. 36 – Approvazione dei regolamenti edilizi comunali               14

TITOLO III – DETERMINAZIONE DELL’INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE    14

Art. 37 – Rinvio alla legge generale sulle espropriazioni per pubblica utilità          14

Art. 38 – Valutazione dell’indennità per le aree urbane espropriabili       14

Art. 39 – Lavori di miglioramento eseguiti dopo l’approvazione del piano particolareggiato         14

Art. 40 – Oneri e vincoli non indennizzabili           14

TITOLO IV – DISPOSIZIONI GENERALI E TRANSITORIE     15

Art. 41 – Sanzioni penali                15

Art. 42 – Validità dei piani regolatori precedentemente approvati           15

Art. 43 – Servizi tecnici comunali o consorziali     15

Art. 44 – Norme integrative e di esecuzione della legge                15

Art. 45 – Disposizioni finali           15

 

TITOLO I – ORDINAMENTO STATALE DEI SERVIZI URBANISTICI

Art. 1 – Disciplina dell’attività urbanistica e suoi scopi

L’assetto e l’incremento edilizio dei centri abitati e lo sviluppo urbanistico in genere nel territorio del Regno sono disciplinati dalla presente legge.

Il Ministero dei lavori pubblici vigila sull’attività urbanistica anche allo scopo di assicurare, nel rinnovamento ed ampliamento edilizio delle città, il rispetto dei caratteri tradizionali, di favorire il disurbanamento e di frenare la tendenza all’urbanesimo.

Art. 2 – Competenza consultiva del Consiglio superiore dei lavori pubblici

Il Consiglio superiore dei lavori pubblici è l’organo di consulenza tecnica del Ministero dei lavori pubblici per i progetti e le questioni di interesse urbanistico.

Art. 3 – Istituzione delle Sezioni urbanistiche compartimentali

Nelle sedi degli Ispettorati compartimentali del Genio civile e degli uffici decentrati del Ministero dei lavori pubblici sono istituite Sezioni urbanistiche rette da funzionari del ruolo architetti, ingegneri, urbanistici del Genio civile.

Le Sezioni urbanistiche compartimentali promuovono, vigilano e coordinano l’attività ur-banistica nella rispettiva circoscrizione.

TITOLO II – DISCIPLINA URBANISTICA

CAPO I – MODI DI ATTUAZIONE

Art. 4 – Piani regolatori e norme sull’attività costruttiva

La disciplina urbanistica si attua a mezzo dei piani regolatori territoriali, dei piani regolatori comunali e delle norme sull’attività costruttiva edilizia, sancite dalla presente legge o prescritte a mezzo di regolamenti.

CAPO II – PIANI TERRITORIALI DI COORDINAMENTO

Art. 5 – Formazione ed approvazione dei piani territoriali di coordinamento

Allo scopo di orientare o coordinare l’attività urbanistica da svolgere in determinate parti del territorio nazionale, il Ministero dei lavori pubblici ha facoltà di provvedere, su parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, alla compilazione di piani territoriali di coordi-namento fissando il perimetro di ogni singolo piano.

Nella formazione dei detti piani devono stabilirsi le direttive da seguire nel territorio con-siderato, in rapporto principalmente:

  1. a) alle zone da riservare a speciali destinazioni ed a quelle soggette a speciali vincoli o limitazioni di legge;
  2. b) alle località da scegliere come sedi di nuovi nuclei edilizi od impianti di particolare na-tura ed importanza;
  3. c) alla rete delle principali linee di comunicazione stradali, ferroviarie, elettriche, navigabili esistenti e in programma.

I piani, elaborati d’intesa con le altre amministrazioni interessate e previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sono approvati per decreto reale su proposta del Ministro per i lavori pubblici, di concerto col Ministro per le comunicazioni, quando inte-ressino impianti ferroviari, e col Ministro per le corporazioni, ai fini della sistemazione delle zone industriali nel territorio nazionale.

Il decreto di approvazione viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno, ed allo scopo di dare ordine e disciplina anche all’attività privata, un esemplare del piano approvato deve essere depositato, a libera visione del pubblico, presso ogni Comune, il cui territorio sia compreso, in tutto o in parte, nell’ambito del piano medesimo.

Art. 6 – Durata ed effetti dei piani territoriali di coordinamento

Il piano territoriale di coordinamento ha vigore a tempo indeterminato e può essere va-riato con decreto reale previa la osservanza della procedura che sarà stabilita dal rego-lamento di esecuzione della presente legge.

I Comuni, il cui territorio sia compreso in tutto o in parte nell’ambito di un piano territoriale di coordinamento, sono tenuti ad uniformare a questo il rispettivo piano regolatore comunale.

CAPO III – PIANI REGOLATORI COMUNALI

SEZIONE I – Piani regolatori generali

Art. 7 – Contenuto del piano generale

Il piano regolatore generale di un Comune deve considerare la totalità del territorio co-munale.

Esso deve indicare essenzialmente:

1)            la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e, laddove occorra, navigabili, concepita per la sistemazione e lo sviluppo dell’abitato, in modo da soddi-sfare alle esigenze del traffico, dell’igiene e del pubblico decoro;

2)            la divisione in zone del territorio, con precisazione di quelle destinate all’espansione dell’aggregato urbano, ed i caratteri e vincoli di zona da osservare nell’edificazione;

3)            le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù;

4)            le aree da riservare a sede della casa comunale e della casa del fascio, alla costruzio-ne di scuole e di chiese e ad opere ed impianti d’interesse pubblico in generale.

Art. 8 – Formazione del piano regolatore generale

Ogni Comune del Regno ha facoltà di formare il piano regolatore del proprio territorio.

La formazione del piano è obbligatoria per tutti i Comuni compresi in appositi elenchi da approvarsi con decreto del Ministro per i lavori pubblici di concerto con i Ministri per l’interno e per le finanze, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Il primo elenco sarà approvato non oltre un anno dall’entrata in vigore della presente legge.

I Comuni compresi negli elenchi di cui ai commi precedenti devono compilare il piano re-golatore generale e presentarlo al Ministro per i lavori pubblici per l’approvazione entro cinque anni dalla data del decreto ministeriale con cui è stato approvato il rispettivo elenco.

Trascorso tale termine è in facoltà del Ministro per i lavori pubblici, di concerto con il Mi-nistro per l’interno, di disporre di ufficio la compilazione del piano.

In tal caso il Ministero dell’Interno provvede alla iscrizione d’ufficio della relativa spesa nel bilancio del Comune.

Art. 9 – Pubblicazione del progetto del piano generale. Osservazioni

Il progetto di piano regolatore generale del Comune deve essere depositato nella Segre-teria comunale per la durata di 30 giorni consecutivi, durante i quali chiunque ha la facoltà di prenderne visione. L’effettuato deposito è reso noto al pubblico nei modi che saranno stabiliti nel regolamento di esecuzione della presente legge.

Fino a 30 giorni dopo la scadenza del periodo di deposito possono presentare osservazioni le Associazioni sindacali e gli altri Enti pubblici ed istituzioni interessate.

Art. 10 – Approvazione del piano generale

Il piano regolatore generale, previa comunicazione a tutti i Ministeri interessati ai sensi e per gli effetti del successivo articolo 45, e sentito il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, è approvato con decreto reale su proposta del Ministro per i lavori pubblici, di concerto col Ministro per le comunicazioni, quando il piano stesso interessi impianti ferro-viari.

Il decreto di approvazione del piano è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Il de-posito del piano approvato, presso il Comune, e libera visione del pubblico, è fatto nei modi e termini stabiliti dal regolamento.

Nessuna proposta di variante al piano approvato può aver corso se non sia intervenuta la preventiva autorizzazione del Ministro per i lavori pubblici che potrà concederla, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici, in vista di sopravvenute ragioni che determinano la totale o parziale inattualità del piano medesimo o la convenienza di migliorarlo.

La variazione del piano è approvata con la stessa procedura stabilita per l’approvazione del piano originario.

Art. 11 – Durata ed effetti del piano generale

Il piano regolatore generale del Comune ha vigore a tempo indeterminato.

I proprietari degli immobili hanno l’obbligo di osservare nelle costruzioni e nelle ricostruzioni le linee e le prescrizioni di zona che sono indicate nel piano.

Sono fatti salvi i poteri del Ministero delle corporazioni di autorizzare in caso di necessità nuovi impianti industriali fuori delle zone previste dai piani regolatori.

Art. 12 – Piani regolatori generali intercomunali

Quando per le caratteristiche di sviluppo degli aggregati edilizi di due o più Comuni con-termini si riconosca opportuno il coordinamento delle direttive riguardanti l’assetto urba-nistico dei Comuni stessi, il Ministro per i lavori pubblici può, a richiesta di una delle Am-ministrazioni interessate o di propria iniziativa, disporre la formazione di un piano regola-tore intercomunale.

In tal caso il Ministro, sentito il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, determina:

  1. a) l’estensione del piano intercomunale da formare;
  2. b) quale dei Comuni interessati debba provvedere alla redazione del piano stesso e come debba essere ripartita la relativa spesa.

Il piano intercomunale deve, a cura del Comune incaricato di redigerlo, essere pubblicato nei modi e per gli effetti di cui all’art. 9 in tutti i Comuni compresi nel territorio da esso considerato.

Deve inoltre essere comunicato ai Podestà degli stessi Comuni perché deliberino circa la sua adozione.

Compiuta l’ulteriore istruttoria a norma del regolamento di esecuzione della presente leg-ge, il piano intercomunale è approvato negli stessi modi stabiliti dall’art. 10 per l’approvazione del piano generale comunale.

SEZIONE II – Piani regolatori particolareggiati

Art. 13 – Contenuto dei piani particolareggiati

Il piano regolatore generale è attuato a mezzo di piani particolareggiati di esecuzione nei quali devono essere indicate le reti stradali e i principali dati altimetrici di ciascuna zona e debbono inoltre essere determinati:

–              le masse e le altezze delle costruzioni lungo le principali strade e piazze;

–              gli spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico;

–              gli edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a restauro o a bonifica edilizia;

–              le suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano;

–              gli elenchi catastali delle proprietà da espropriare o da vincolare;

–              la profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui occupazione serva ad inte-grare le finalità delle opere stesse ed a soddisfare prevedibili esigenze future.

Ciascun piano particolareggiato di esecuzione deve essere corredato dalla relazione illu-strativa e dal piano finanziario di cui al successivo art. 30.

Art. 14 – Compilazione dei piani particolareggiati

I piani particolareggiati di esecuzione sono compilati a cura del Comune e debbono essere adottati dal Podestà con apposita deliberazione.

È però in facoltà del Prefetto di prefiggere un termine per la compilazione dei piani parti-colareggiati riguardanti determinate zone.

Contro il decreto del Prefetto il Podestà può ricorrere, entro 30 giorni, al Ministro per i la-vori pubblici.

Art. 15 – Pubblicazione dei piani particolareggiati. Opposizioni

I piani particolareggiati devono essere depositati nella Segreteria del Comune per la durata di 30 giorni consecutivi.

L’effettuato deposito è reso noto al pubblico nei modi che saranno stabiliti nel regolamento di esecuzione della presente legge.

Fino a 30 giorni dopo la scadenza del periodo di deposito potranno essere presentate op-posizioni dai proprietari di immobili compresi nei piani ed osservazioni da parte delle As-sociazioni sindacali interessate.

Art. 16 – Approvazione dei piani particolareggiati

I piani particolareggiati, previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sono ap-provati con decreto reale, su proposta del Ministro per i lavori pubblici.

I piani particolareggiati nei quali siano comprese cose immobili soggette alla legge 1 giugno 1939-XVII, n. 1809, e alla legge 29 giugno 1939-XVII, n. 1497, dovranno essere preventivamente sottoposti al Ministro dell’educazione nazionale.

Col decreto di approvazione sono decise le opposizioni e sono fissati il tempo, non mag-giore di anni 10, entro il quale il piano particolareggiato dovrà essere attuato e i termini entro cui dovranno essere compiute le relative espropriazioni.

L’approvazione dei piani particolareggiati equivale a dichiarazione di pubblica utilità delle opere in essi previste.

Il decreto di approvazione di un piano particolareggiato deve essere depositato nella se-greteria comunale e notificato nelle forme delle citazioni a ciascun proprietario degli im-mobili vincolati dal piano stesso entro un mese dall’annuncio dell’avvenuto deposito.

Le varianti ai piani particolareggiati devono essere approvate con la stessa procedura.

Art. 17 – Validità dei piani particolareggiati

Decorso il termine stabilito per la esecuzione del piano particolareggiato questo diventa inefficace per la parte in cui non abbia avuto attuazione, rimanendo soltanto fermo a tempo indeterminato l’obbligo di osservare nella costruzione di nuovi edifici e nella modi-ficazione di quelli esistenti gli allineamenti e le prescrizioni di zona stabiliti dal piano stesso.

Ove il Comune non provveda a presentare un nuovo piano per il necessario assetto della parte di piano particolareggiato che sia rimasta inattuata per decorso di termine, la com-pilazione potrà essere disposta dal Prefetto a norma del secondo comma dell’art. 14.

SEZIONE III – Norme per l’attuazione dei piani regolatori comunali

Art. 18 – Espropriabilità delle aree urbane

In conseguenza dell’approvazione del piano regolatore generale i Comuni, allo scopo di predisporre l’ordinata attuazione del piano medesimo, hanno facoltà di espropriare entro le zone di espansione dell’aggregato urbano di cui al n. 2 dell’art. 7 le aree inedificate e quelle su cui insistano costruzioni che siano in contrasto con la destinazione di zona ovvero abbiano carattere provvisorio.

Quelle fra le dette aree che in seguito all’approvazione del piano particolareggiato in cui sono comprese, risultino destinate alla edificazione privata, e vengano richieste dai primi-tivi proprietari ai sensi del seguente art. 19, saranno dal Comune ricedute ai richiedenti, sempreché essi stessi si impegnino a costruirvi in proprio secondo le destinazioni di piano regolatore, ad un prezzo che, tenuto per base quello di esproprio, sia maggiorato solo di una quota commisurata alle spese incontrate dal Comune per le opere ed impianti di piano regolatore e all’importanza della destinazione.

Le aree espropriate ai sensi del primo comma del presente articolo dovranno dal Comune, verso pagamento di un congruo fitto, essere lasciate in uso ai proprietari espropriati che ne facciano richiesta fino all’approvazione del piano particolareggiato in cui sono compresi.

Se entro dieci anni dall’avvenuta espropriazione di un’area il Comune non provveda alla pubblicazione del piano particolareggiato in cui l’area medesima è compresa, l’espropriato o i suoi eredi avranno il diritto di chiederne la retrocessione.

Art. 19 – Diritto di prelazione degli ex proprietari sulle aree urbane espropriate

Coloro che hanno subito l’espropriazione di aree a termini dell’articolo precedente ed i loro eredi possono esercitare un diritto di prelazione sulle aree stesse quando queste, in seguito alla approvazione del piano particolareggiato in cui sono comprese, divengono di-sponibili per l’edificazione privata.

Il diritto di cui al comma precedente deve essere esercitato dagli interessati secondo le norme che saranno stabilite dal regolamento di esecuzione della presente legge, nel ter-mine di tre mesi dalla data dell’annunzio dell’avvenuto deposito nella segreteria comunale, a norma dell’art. 16, del decreto di approvazione del piano particolareggiato.

Art. 20 – Sistemazioni edilizie a carico dei privati. Procedura coattiva

Per l’esecuzione delle sistemazioni previste dal piano particolareggiato che consistano in costruzioni, ricostruzioni o modificazioni d’immobili appartenenti a privati, il Podestà in-giunge ai proprietari di eseguire i lavori entro un congruo termine.

Decorso tale termine il Podestà diffiderà i proprietari rimasti inadempienti, assegnando un nuovo termine. Se alla scadenza di questo i lavori non risultino ancora eseguiti, il Comune potrà procedere all’espropriazione.

Tanto l’ingiunzione quanto l’atto di diffida di cui al primo ed al secondo comma devono essere trascritti all’Ufficio dei registri immobiliari.

Art. 21 – Attribuzione ai privati di aree già pubbliche

Le aree che per effetto della esecuzione di un piano particolareggiato cessino di far parte del suolo pubblico, e che non si prestino da sole ad utilizzazione edilizia, accedono alla proprietà di coloro che hanno edifici o terreni confinanti con i detti relitti, previo versa-mento del prezzo che sarà determinato nei modi da stabilirsi dal regolamento di esecu-zione della presente legge, in rapporto al vantaggio derivante dall’incorporamento dell’area.

Il Comune ha facoltà di espropriare in tutto o in parte l’immobile al quale debbono essere incorporate le aree di cui al precedente comma, quando il proprietario di esso si rifiuti di acquistarle o lasci inutilmente decorrere, per manifestare la propria volontà, il termine che gli sarà prefisso con ordinanza podestarile nei modi che saranno stabiliti nel regolamento.

Art. 22 – Rettifica di confini

Il Podestà ha facoltà di notificare ai proprietari delle aree fabbricabili esistenti in un de-terminato comprensorio l’invito a mettersi d’accordo per una modificazione dei confini fra le diverse proprietà, quando ciò sia necessario per l’attuazione del piano regolatore.

Decorso inutilmente il termine stabilito nell’atto di notifica per dare la prova del raggiunto accordo, il Comune può procedere alle espropriazioni indispensabili per attuare la nuova delimitazione delle aree.

Art. 23 – Comparti edificatori

Indipendentemente dalla facoltà prevista dall’articolo precedente il Comune può procedere, in sede di approvazione del piano regolatore particolareggiato o successivamente nei modi che saranno stabiliti nel regolamento ma sempre entro il termine di durata del piano stesso, alla formazione di comparti costituenti unità fabbricabili, comprendendo aree inedificate e costruzioni da trasformare secondo speciali prescrizioni.

Formato il comparto, il Podestà deve invitare i proprietari a dichiarare entro un termine fissato nell’atto di notifica, se intendano procedere da soli, se proprietari dell’intero com-parto, o riuniti in consorzio alla edificazione dell’area e alle trasformazioni degli immobili in esso compresi secondo le dette prescrizioni.

A costituire il consorzio basterà il concorso dei proprietari rappresentanti, in base all’im-ponibile catastale, i tre quarti del valore dell’intero comparto. I consorzi così costituiti conseguiranno la piena disponibilità del comparto mediante la espropriazione delle aree e costruzioni dei proprietari non aderenti.

Quando sia decorso inutilmente il termine stabilito nell’atto di notifica il Comune procederà all’espropriazione del comparto.

Per l’assegnazione di esso, con l’obbligo di provvedere ai lavori di edificazione o di tra-sformazione a norma del piano particolareggiato, il Comune indirà una gara fra i proprie-tari espropriati sulla base di un prezzo corrispondente alla indennità di espropriazione aumentata da una somma corrispondente all’aumento di valore derivante dall’approva-zione del piano regolatore.

In caso di diserzione della gara, il Comune potrà procedere all’assegnazione mediante gara aperta a tutti od anche, previa la prescritta autorizzazione, mediante vendita a trattativa privata, a prezzo non inferiore a quello posto a base della gara fra i proprietari e-spropriati.

Art. 24 – Aree private destinate alla formazione di vie e piazze

Per la formazione delle vie e piazze previste nel piano regolatore può essere fatto obbligo ai proprietari delle aree latistanti di cedere, a scomputo del contributo di miglioria da essi dovuto, il suolo corrispondente a metà della larghezza della via o piazza da formare fino a una profondità massima di metri 15.

Quando il detto suolo non gli appartenga, il proprietario dell’area latistante sarà invece tenuto a rimborsare il Comune della relativa indennità di espropriazione, fino alla concor-renza del contributo di miglioria determinato in via provvisoria.

Qualora alla liquidazione del contributo di miglioria, questo risulti inferiore al valore delle aree cedute o dell’indennità di esproprio rimborsata, il Comune dovrà restituire la diffe-renza.

Art. 25 – Vincolo su aree sistemate a giardini privati

Le aree libere sistemate a giardini privati adiacenti a fabbricati possono essere sottoposte al vincolo dell’inedificabilità anche per una superficie superiore a quella di prescrizione secondo la destinazione della zona. In tal caso, e sempre che non si tratti di aree sotto-poste ad analogo vincolo in forza di leggi speciali, il Comune è tenuto al pagamento di un’indennità per il vincolo imposto oltre il limite delle prescrizioni di zona.

Art. 26 – Sospensione o demolizione di opere difformi dal piano regolatore

Quando vengono eseguite opere non rispondenti alle prescrizioni del piano regolatore comunale, il Ministro dei lavori pubblici, ove il Comune non provveda, potrà, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici, disporre la sospensione o demolizione delle opere stesse.

Art. 27 – Annullamento di autorizzazioni comunali

Le deliberazioni ed i provvedimenti comunali che autorizzino opere non conformi a pre-scrizioni di piani regolatori, ovvero in qualsiasi modo costituiscano violazione delle pre-scrizioni stesse, possono essere in qualunque tempo annullati a norma dell’art. 6 del testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con regio decreto 3 marzo 1934-XII, n. 383, mediante decreto reale, su proposta del Ministro per i lavori pubblici, di concerto con quello per l’interno.

Art. 28 – Lottizzazione di aree

Fino a quando non sia approvato il piano regolatore particolareggiato è vietato di proce-dere a lottizzazione dei terreni a scopo edilizio senza la prevendita autorizzazione del Comune.

Approvato il piano particolareggiato il Podestà ha facoltà di invitare i proprietari di aree fabbricabili esistenti nei singoli isolati, che non siano stati già lottizzati nello stesso piano particolareggiato, a presentare entro un congruo termine, un progetto di lottizzazione tra loro concordato, che assicuri la razionale utilizzazione delle aree stesse. Se essi non ade-riscano, provvede alla compilazione di ufficio.

Il progetto di lottizzazione approvato con le modificazioni che l’autorità comunale abbia ritenuto di apportare è notificato per mezzo del messo comunale ai proprietari della aree fabbricabili con invito a dichiarare, entro 30 giorni dalla notifica, se l’accettino. Ove manchi tale accettazione, il Podestà ha facoltà di variare il progetto di lottizzazione in conformità alle richieste degli interessati o di procedere alla espropriazione delle aree.

Art. 29 – Conformità delle costruzioni statali alle prescrizioni del piano regolatore comunale

Compete al Ministero dei lavori pubblici accertare che le opere da eseguirsi da Ammini-strazioni statali non siano in contrasto con le prescrizioni del piano regolatore e del rego-lamento edilizio vigenti nel territorio comunale in cui esse ricadono.

A tale scopo le Amministrazioni interessate sono tenute a comunicare preventivamente i progetti al Ministero dei lavori pubblici.

Art. 30 – Approvazione del piano finanziario

Il piano regolatore generale, agli effetti del primo comma dell’art. 18, ed i piani particola-reggiati previsti dall’art. 13 devono essere corredati di un piano finanziario formato dal Comune e approvato, oltre che dai normali organi di tutela, dai Ministeri dell’interno e delle finanze.

CAPO IV – NORME REGOLATRICI DELL’ATTIVITÀ COSTRUTTIVA EDILIZIA

Art. 31 – Licenza edilizia – Responsabilità comune del committente e dell’assuntore dei lavori

Chiunque intenda eseguire nuove costruzioni edilizie ovvero ampliare quelle esistenti o modificarne la struttura o l’aspetto nei centri abitati ed ove esista il piano regolatore co-munale, anche dentro le zone di espansione di cui al n. 2 dell’art. 7, deve chiedere appo-sita licenza al Podestà del Comune.

Le determinazioni del Podestà sulle domande di licenza di costruzione devono essere no-tificate all’interessato non oltre il sessantesimo giorno della ricezione delle domande stes-se.

Il committente titolare della licenza e l’assuntore dei lavori di costruzioni sono entrambi responsabili di ogni inosservanza così delle norme generali di legge e di regolamento come delle modalità esecutive che siano fissate nella licenza di costruzione.

Art. 32 – Attribuzione del Podestà per la vigilanza sulle costruzioni

Il Podestà esercita la vigilanza sulle costruzioni che si eseguono nel territorio del Comune per assicurarne la rispondenza alle norme della presente legge e dei regolamenti, alle prescrizioni del piano regolatore comunale ed alle modalità esecutive fissate nella licenza di costruzione. Esso si varrà per tale vigilanza dei funzionari ed agenti comunali e d’ogni altro modo di controllo che ritenga opportuno adottare.

Qualora sia constatata l’inosservanza delle dette norme, prescrizioni e modalità esecutive, il Podestà ordina l’immediata sospensione dei lavori con riserva dei provvedimenti che ri-sultino necessari per la modifica delle costruzioni o per la rimessa in pristino. L’ordine di sospensione cesserà di avere efficacia se entro un mese dalla notificazione di esso il Po-destà non abbia adottato e notificato i provvedimenti definitivi.

Nel caso di lavori iniziati senza licenza o proseguiti dopo l’ordinanza di sospensione il Po-destà può, previa diffida e sentito il parere della Sezione urbanistica compartimentale or-dinarne la demolizione a spese del contravventore senza pregiudizio delle sanzioni penali.

Quando l’inosservanza si riferisca a costruzioni eseguite da Amministrazioni statali o dal Partito nazionale fascista ed organizzazioni proprie e dipendenti, il Podestà ne informa il Ministro dei lavori pubblici agli effetti del precedente articolo 29.

Art. 33 – Contenuto dei regolamenti edilizi comunali

I Comuni debbono con regolamento edilizio provvedere, in armonia, con le disposizioni contenute nella presente legge e nel testo unico delle leggi sanitarie approvato con regio decreto 27 luglio 1934-XII, n. 1265, a dettare norme precipuamente sulle seguenti mate-rie, tenendo, se ne sia il caso, distinte quelle riguardanti il nucleo edilizio esistente da quelle riguardanti la zona di ampliamento e il restante territorio comunale:

 

1)            la formazione, le attribuzioni e il funzionamento della commissione edilizia comunale;

2)            la presentazione delle domande di licenza di costruzione o trasformazione di fabbricati e la richiesta obbligatoria dei punti fissi di linea e di livello per le nuove costruzioni;

3)            la compilazione dei progetti di opere edilizie e la direzione dei lavori di costruzione in armonia con le leggi in vigore;

4)            l’altezza minima e quella massima dei fabbricati secondo le zone;

5)            gli eventuali distacchi dai fabbricati vicini e dal filo stradale;

6)            l’ampiezza e la formazione dei cortili e degli spazi interni;

7)            le sporgenze sulle vie e piazze pubbliche;

8)            l’aspetto dei fabbricati e il decoro dei servizi ed impianti che interessano l’estetica dell’edilizia urbana (tabelle stradali, mostre e affissi pubblicitari, impianti igienici di uso pubblico, ecc.);

9)            le norme igieniche di particolare interesse edilizio;

10)         le particolari prescrizioni costruttive da osservare in determinati quartieri cittadini o lungo determinate vie o piazze;

11)         la recinzione o la manutenzione di aree scoperte, di parchi e giardini privati e di zone private interposte tra fabbricati e strade e piazze pubbliche e da queste visibili;

12)         l’apposizione e la conservazione dei numeri civici;

13)         le cautele da osservare a garanzia della pubblica incolumità per l’esecuzione delle o-pere edilizie, per l’occupazione del suolo pubblico, per i lavori nel pubblico sottosuolo, per le ribalte che si aprono nei luoghi di pubblico passaggio, ecc.;

14)         la vigilanza sull’esecuzione dei lavori per assicurare l’osservanza delle disposizioni delle leggi e dei regolamenti.

Nei Comuni provvisti del piano regolatore il regolamento edilizio deve altresì disciplinare:

–              la lottizzazione delle aree fabbricabili e le caratteristiche dei vari tipi di costruzione previsti dal piano regolatore;

–              l’osservanza di determinati caratteri architettonici e la formazione di complessi edilizi di carattere unitario, nei casi in cui ciò sia necessario per dare conveniente attuazione al piano regolatore;

–              la costruzione e la manutenzione di strade private non previste nel piano regolatore.

Art. 34 – Programma di fabbricazione per i Comuni sprovvisti di piano regolatore

I Comuni sprovvisti di piano regolatore dovranno includere nel proprio regolamento edilizio un programma di fabbricazione, con l’indicazione dei limiti di ciascuna zona, secondo le delimitazioni in atto o da adottarsi, nonché con la precisazione dei tipi edilizi propri di cia-scuna zona. Potranno anche indicare le eventuali direttrici di espansione.

Art. 35 – Termine per uniformare i regolamenti edilizi comunali alle norme della presente legge

I Comuni che hanno un regolamento edilizio sono tenuti ad uniformarlo alle disposizioni della presente legge entro sei mesi dalla sua entrata in vigore.

 

 

Ove a ciò non sia adempiuto, provvederà di ufficio il Prefetto.

Art. 36 – Approvazione dei regolamenti edilizi comunali

I regolamenti edilizi dei Comuni compresi negli elenchi di cui all’art. 8 sono deliberati dal Podestà ed approvati con decreto del Ministro per i lavori pubblici, di concerto col Ministro per l’interno, uditi i pareri del Consiglio superiore dei lavori pubblici e del Consiglio supe-riore di sanità.

I regolamenti edilizi degli altri Comuni sono deliberati dal Podestà ed approvati con decreto del Ministro per i lavori pubblici di concerto col Ministro per l’interno, previo esame della Sezione urbanistica compartimentale e del Consiglio provinciale di sanità.

TITOLO III – DETERMINAZIONE DELL’INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE

Art. 37 – Rinvio alla legge generale sulle espropriazioni per pubblica utilità

Per le espropriazioni dipendenti dall’attuazione dei piani regolatori approvati in base alla presente legge la relativa indennità sarà determinata a norma della legge 25 giugno 1865, n. 2359, salvo il disposto degli articoli seguenti.

Art. 38 – Valutazione dell’indennità per le aree urbane espropriabili

Per la determinazione dell’indennità di espropriazione delle aree di cui all’art. 18, non si terrà conto degli incrementi di valore attribuibili sia direttamente che indirettamente all’approvazione del piano regolatore generale ed alla sua attuazione.

Art. 39 – Lavori di miglioramento eseguiti dopo l’approvazione del piano partico-lareggiato

Agli effetti della determinazione della indennità di espropriazione non si tiene conto degli aumenti di valore dipendenti da lavori eseguiti nell’immobile dopo la pubblicazione del piano particolareggiato, a meno che i lavori stessi non siano stati, con le modalità stabilite dal regolamento di esecuzione della presente legge, riconosciuti necessari per la conser-vazione dell’immobile e per accertate esigenze dell’igiene e della incolumità pubblica.

Art. 40 – Oneri e vincoli non indennizzabili

Nessuna indennità è dovuta per i vincoli di zona e per le limitazioni e gli oneri relativi all’allineamento edilizio delle nuove costruzioni.

Non è dovuta indennità neppure per le servitù di pubblico passaggio che il Comune creda di imporre sulle aree dei portici delle nuove costruzioni e di quelle esistenti. Rimangono a carico del Comune la costruzione e manutenzione del pavimento e la illuminazione dei portici soggetti alla predetta servitù.

TITOLO IV – DISPOSIZIONI GENERALI E TRANSITORIE

Art. 41 – Sanzioni penali

Salvo quanto è stabilito con l’art. 344 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con legge 27 luglio 1934-XII, n. 1265, per le contravvenzioni alle norme dei regolamenti locali d’igiene, si applica:

  1. a) l’ammenda fino a lire diecimila per la violazione del divieto stabilito nell’art. 28, primo comma, ovvero per l’inosservanza delle norme, prescrizioni e modalità esecutive pre-vedute nell’art. 32, primo comma;
  2. b) l’arresto fino ad un mese e l’ammenda fino a lire diecimila nei casi preveduti dall’art. 32, terzo comma, per l’inizio dei lavori senza licenza o per la prosecuzione di essi non ostante l’ordine di sospensione dato dal Podestà.

Per le contravvenzioni di cui alla lettera a) è ammessa l’oblazione con l’osservanza delle norme stabilite negli art. 107 e seguenti del testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con regio decreto 3 marzo 1934-XII, n. 383.

Art. 42 – Validità dei piani regolatori precedentemente approvati

Il termine assegnato per l’attuazione dei piani regolatori, approvati prima della data di entrata in vigore della presente legge, resta limitata a dieci anni dalla data stessa nel caso in cui esso venga a scadere oltre detto periodo.

Trascorso tale termine, i Comuni interessati devono procedere alla revisione del piano re-golatore esistente od alla formazione di un nuovo piano regolatore secondo le norme della presente legge.

Art. 43 – Servizi tecnici comunali o consorziali

Entro un decennio dall’entrata in vigore della presente legge per i Comuni sprovvisti di personale tecnico, qualora se ne riconosca la necessità, verrà provveduto ad assicurare il disimpegno delle mansioni di carattere tecnico nei modi e nelle forme che saranno stabiliti con separate disposizioni.

Art. 44 – Norme integrative e di esecuzione della legge

Con decreti reali su proposta del Ministro per i lavori pubblici, di concerto coi Ministri inte-ressati, saranno emanati, a termini degli articoli 1 e 3 della legge 31 gennaio 1926-IV, n. 100, il regolamento di esecuzione della presente legge, nonché le norme complementari ed integrative della legge stessa, che si rendessero necessarie.

Art. 45 – Disposizioni finali

Rimangono ferme le disposizioni di legge che stabiliscono la competenza anche di altri Ministeri ed organi consultivi riguardo ai piani regolatori comunali ed ai regolamenti edilizi, nonché quelle relative ai poteri del Ministero delle corporazioni in materia di impianti in-dustriali.

Sono abrogate tutte le altre disposizioni contrarie a quelle contenute nella presente legge o con essa incompatibili.

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